social discovery

Se un paio d’anni fa la parola magica nelle app mobile era Location Based Social Network, da qualche mese a questa parte è emersa l’evoluzione di questo fenomeno, che ha preso il nome di Social Discovery. Non voglio con questo dire che Foursquare o Gowalla siano morte (quest’ultima, a dire il vero, sì 🙂 ), ma la dozzina di app più “calde” dell’ultimo SXSW non erano certo focalizzate sul caro e vecchio check-in – che francamente non è nemmeno più l’obiettivo di Foursquare – ma su qualcosa di più legato al “conoscersi di persona”.

Gli attori emergenti in questo scenario portano i nomi di Highlight (probabilmente l’app che ha ricevuto maggior copertura mediatica), Banjo, Sonar e Glancee (quest’ultima startup, nata dalla mente italiana di Andrea Vaccari, è stata di recente acquisita e “sciolta” all’interno di Facebook), e più o meno tutti, anche se con sfumature diverse, lavorano su questi 3 livelli:

• geolocalizzazione dell’utente tramite smartphone

• ricerca di contatti nelle vicinanze (con gusti/interessi simili, o basati su amici comuni)

• connessione reale (e non virtuale) fra le persone Ma come fanno queste app a conoscere a priori il profilo degli utenti da mettere in contatto, evitando di creare da zero l’ennesimo social network? Molto semplicemente, la stragrande maggioranza di queste si appoggia a social già esistenti, principalmente Facebook.

Ed ecco spiegato il motivo per cui Facebook ha dapprima fatto una operazione di acq-hire su Glancee, e ha poi sfornato una funzione denominata “Friendshake” – rinominata subito dopo “Find Friends Nearby”.

Facebook Find Friends Nearby

La nuova funzionalità, raggiungibile via mobile all’indirizzo http://fb.com/ffn, è stata però soppressa a poche ore da lancio. Il motivo non è chiaro al 100%: potrebbe essere la causa legale prospettata da Friendthem – ennesimo player nel settore del social discovery – il cui CEO afferma di aver discusso l’idea durante una cena con un dirigente di Facebook poco prima – guardacaso – del rilascio di FFN.

O potrebbero essere problemi di privacy/sicurezza: proiettare un “Trova amici nelle vicinanze” su un pubblico di circa 500 milioni di utenti mobili, potrebbe causare a Facebook qualche grosso grattacapo giudiziario, se il servizio non fosse gestito con tutti gli opt-in e opt-out del caso. Ci vuole infatti ben poco ad immaginare il rischio di un social stalking sistematico. Quello che però posso constatare e l’ascesa di un fenomeno, non so ancora quanto duraturo, del quale vorrei ricordare questa data di nascita: 23 Marzo 2011.

Quel giorno, una sconosciuta startup di nome Color annunciò di aver raccolto la cifra pazzesca di 41 milioni di dollari, con l’obiettivo di lanciare un’app per iPhone e Android dove le connessioni fra persone si stabilivano dinamicamente, al volo, solo per il fatto di essere a qualche metro di distanza l’uno dall’altro. L’app fu un flop clamoroso – al punto che oggi ha cambiato completamente modello di business – ma forse un giorno a Color verrà riconosciuto il merito di aver lanciato un nuovo filone: se e quanto sarà remunerativo, e se finirà tutto nelle mani di Facebook, lo si vedrà nei prossimi mesi.


Max Valle

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