Nei giorni scorsi jkwilson78, su WebmasterWorld, si è accorto che Google ha modificato una piccola porzione della FAQ di AdWords, introducendo i tempi di caricamento fra le variabili che compongono il quality score di una landing page.
La cosa sembra riguardare solo AdWords, ed inoltre NON è ancora attiva (lo conferma sul forum tale AdWordsAdvisor), ma il fatto mi è servito per riflettere nuovamente sull’argomento del quale, in ambito SEO, si discute da sempre. Ed ecco quindi un piccolo elenco di fattori che possono aiutarci a migliorare i tempi di caricamento del nostro sito (o blog):
- Diminuire il contenuto della singola pagina Ovviamente non intendo dire che bisogna togliere contenuti a tutte le pagine web, ma semplicemente di “smezzarli” su più pagine quando diventano eccessivamente lunghi. Nessun utente ama leggere pagine che si “srotolano” all’infinito; meglio tagliare e riportare il testo “in eccesso” su una nuova pagina, quando questo supera una lunghezza esagerata.
- Diminuire il numero di immagini nella pagina Nonostante l’aumento costante della banda a disposizione dell’utente, è bene non esagerare con le immagini, specialmente se queste sono di dimensioni generose. Personalmente cerco di limitarle a 1-2 per post, e ad ottimizzarle al meglio riducendole di peso.
- Verificare il buon funzionamento di script o plugin Spesso la lentezza di caricamento di una pagina può essere generata anche da script (come quelli di alcuni circuiti di banner) o plugin (nel caso di WordPress, è bene non eccederne di numero, utilizzarne sempre versioni aggiornate e testarli uno ad uno, accuratamente).
- Cambiare hosting Se nonostante tutta l’ottimizzazione possibile e immaginabile i problemi permangono, meglio migrare il sito su altri lidi, specialmente se traffico e utenti crescono in modo importante. Mica possiamo pensare di spendere 20 euro all’anno ed erogare milioni di pagine, no? 🙂
- Verificare come ci vede il Googlebot Entrando infine in Google Webmaster Tools, sotto Strumenti->Imposta frequenza di scansione, troviamo una pagina che mostra le attività di Googlebot negli ultimi 90 giorni sul nostro sito. Per esempio, Googlebot mi vede così:
Argh, ultimamente son piuttosto malconcio… 🙁
Conclusioni
Un sito lento, che va ogni tanto a singhiozzo o (peggio) che è spesso irraggiungibile, rallenta l’azione dei bot dei motori di ricerca e fa “rimbalzare indietro” gli utenti (che han sempre meno tempo da dedicare al singolo sito e non han certamente voglia di aspettare minuti per la comparsa di una pagina): è quindi ovvio che Google (& Co.) tengano in miglior considerazione siti che rispondono in modo rapido ed efficiente rispetto a quelli lenti e flemmatici. Se quindi abbiamo fatto un buon lavoro su contenuti e link popularity, è bene terminare l’opera verificando e ottimizzando i tempi con cui serviamo le nostre pagine agli utenti: purtroppo (o per fortuna) non tutti ci leggono solo via FeedBurner! 😀