spam o anti-spam

Premessa. Chiaramente lo spam è un problema a livello planetario e le aziende non possono certo permettersi di rimuovere l’anti-spam. Però, molte aziende non sanno che la cura al male, aggiunge poi parecchi acciacchi al sistema. Molti non sanno di vivere grossi problemi, solo perché non fanno certi controlli. Questo articolo, quindi, non vuol convincere nessuno a rimuovere gli anti-spam, ma solo porre l’accenno su parecchi e gravi problemi che si creano per l’averlo (e per il fatto che lo hanno gli altri).

Invio con ritorno d’errore

Capita che l’addetto aziendale scriva a qualcuno ed il sistema ritorni un messaggio d’errore. Una cosa che spesso vedo verificarsi è che la persona non legge neppure il messaggio, invia nuovamente, ancora errore, a questo punto scattano le telefonate, i cambi di casella, qualche incomprensione, ecc. ecc. In sostanza, soldi spesi in minuti di stipendio andati persi. Se moltiplicate per il numero di volte che succede e per il numero di dipendenti di una azienda, per un anno, avrete cifre stellari. Questo fenomeno spesso è originato proprio dagli anti-spam, a volte il vostro che spedite, a volte quello di chi riceve. Voi non state spammando, ma cadete in maglie troppo strette.

Mancato recapito di una vostra email in uscita

Ancora peggio, voi scrivete e l’altro non risponde. Voi pensate che non sia interessato alla vostra proposta, in realtà lui non ha ricevuto la vostra email. Vi siete giocati una opportunità commerciale, magari 😛 Peggio ancora, lui vi aveva chiesto informazioni commerciali, voi rispondete, lui non riceve e voi, oltre a perdervi una possibilità commerciale, fate una figura pessima perché il signore crede d’essere stato ignorato. Terribile. Questa è una cosa che con gli anti-spam moderni capita più spesso di quanto si creda. State molto attenti. Noi siamo arrivati a dover fare un check telefonico dopo gli invii importanti.

Mancata risposta

Un esterno vi scrive, voi non ricevete nulla. Si scatenano tutti i problemi che ho indicato al punto sopra. La cosa può essere data dal fatto che la email vi è finita tra la posta indesiderata, dal fatto che è rimasta nella casella sul server o addirittura essere stata rifiutata (il che significa che non la vedrete in nessun posto). Ovviamente qui la soluzione è strutturale e va risolta in termini organizzativi, prima ancora che sistemistici. Ne parleremo, comunque, nel prossimo articolo.

La vostra posta viene classificata come spam

La cosa succede anche se non fate spam. Ad esempio, se inviate un paio di decine di email in tempi troppo rapidi a persone che hanno la propria email su Libero, finite nella black-list di Libero. Morale, le prossime email non arriveranno a destinazione e buona notte! La cosa è grave non solo perché le vostre email non arrivano o non sono lette, ma anche perché quando arrivano sono marchiate come spam. Cosa non proprio bellissima (oltre al fatto che può portare alla mancata apertura del messaggio).

Chiusura del ping

Il server che vi fa il servizio postale blocca il ping. “Chi se ne frega!” – direte voi, invece dovrebbe fregarvene, perché molti server di posta in entrata controllano con un ping l’IP del mittente e se nessuno risponde, buttano via senza pietà. A volte segnalando, a volte senza neppure segnalare. Il problema parrebbe del destinatario, in realtà, ma la comunicazione persa era la vostra e l’interesse quasi sempre vostro. Vedete un po’ voi…

Newsletter

Qui si entra in un campo minato. Basta spedire poche decine di email in tempi troppo rapidi e molti server di posta in entrata (e per assurdo spesso persino il vostro stesso provider di connettività) vi classificano come spammer. E siete fregati, per vari motivi: primo, la vostra newsletter si vede ridurre drasticamente il ritorno e voi pensate che i contenuti non piacciano, quando i motivi sono ben diversi; mettete in crisi la comunicazione aziendale fatta successivamente; fate una figura meschina con tutti quelli che ricevono le vostre newsletter marchiate come spam.

Lo spammer è il provider di connettività

Bella fregatura, non siete voi ad essere catalogati come spammer, ma il vostro provider. Già, peccato che poi, per i motivi già descritti, in realtà il problema vero ve lo becchiate voi 😛 Esco su Internet con vari provider e mi succede tutti i giorni. A volte è in black-list il primo, a volte il secondo. Ogni volta che devo spedire una email importante, è un terno al lotto 😛

Conclusione

Se tutto ciò vi pare esagerato, fate qualche prova. Provate a verificare quante delle email che inviate sono arrivate e come sono arrivate. Inoltre, ogni tanto, chiedete a vari amici di scrivervi, per vedere cosa vi arriva e come. Chi fa questi controlli, in questo momento sta ridendo, perché immagina già il risultato delle vostre future prove 🙂 Nel prossimo articolo, vedremo cosa possiamo fare per ridurre (sì, ridurre, non annullare) questi problemi.

Autore: Francesco de Francesco – Docente e consulente Web Marketing e Comunicazione Online (pomposo, eh? 😛 ) di YoYo – Formazione rotolante.

Max Valle

Da oltre 30 anni, offro consulenza e servizi digitali ad aziende e professionisti che desiderano far crescere il proprio business. Attraverso l’acquisizione di nuovi clienti in modo etico ed efficace, e l’utilizzo delle più recenti tecnologie web, aiuto i miei clienti a raggiungere i loro obiettivi nel pieno rispetto delle normative vigenti.

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