Esistono fondamentalmente 2 categorie di persone:
- I piรน numerosi sono quelli che credono che la fortuna, il destino, il fato sono cose alle quali non si puรฒ sfuggire (e quindi non si puรฒ far nulla per cambiare il corso della propria vita). Ovviamente queste persone sono anche quelle piรน propense a pensare che sia piรน facile che possa capitare una disgrazia, una sventura, una fatalitร , rispetto ad un colpo di fortuna. Sono le persone che maledicono l’anno appena passato, e sperano che quello nuovo sia migliore del precedente. E cosรฌ per tutti gli anni della loro vita.
- I meno numerosi sono invece quelli che pensano si possa dare una direzione alla propria esistenza (e quindi anche alla propria sorte): รจ molto faticoso non lasciarsi “trasportare dalla corrente”, รจ molto faticoso uscire dalla propria comfort zone, ma รจ possibile farlo.
Per… “fortuna”, anche io faccio parte della categoria di quelli che credono che “Gli sciocchi aspettano il giorno fortunato. Ma ogni giorno รจ fortunato per chi sa darsi da fare” (come diceva il Buddha). E anche che “La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunitร ” (come invece diceva Seneca).
Qualche mese fa, scrivevo che i soldi derivano dalla somma fra passione e competenza.
Molti fuoriclasse dello sport sono nati con un buon talento, ma l’hanno poi saputo coltivare col duro lavoro e il duro allenamento. Hanno messo a frutto i loro talenti, pochi o tanti, fino a che l’opportunitร della vita รจ arrivata.
Anche Steven Bradbury l’ha fatto. Tutti lo ricordano come lo sportivo piรน fortunato della storia delle Olimpiadi, e in effetti la medaglia d’oro che ha vinto nello short track a Salt Lake City, nel 2002, ha qualcosa di inverosimile, di assolutamente incredibile.
Devi comunque sapere che Bradbury, prima del 2002, aveva giร vinto 3 medaglie mondiali (oro nel 1991 a Sydney, argento nel 1994 a Guildford e bronzo nel 1993 a Pechino) e un bronzo olimpico nel 1994.
E devi anche sapere che subรฌ 2 gravissimi infortuni: in uno rischiรฒ addirittura la morte (a causa della lama di un pattino che lo ferรฌ all’arteria femorale, e gli fece perdere 4 litri di sangue), nell’altro – nel 2000 – si fratturรฒ il collo e rimase 6 settimane con un collare ortopedico.
Tutti lo davano per finito. Ciรฒ nonostante continuรฒ fino alle Olimpiadi del 2002, nelle quali vinse la gara della vita (in un modo che definire “rocambolesco” รจ dire poco). Credi ancora sia stata solo questione di fortuna?