Lo scorso weekend è partita una grossa diatriba sul significato della parola marketing, diatriba scatenata da un post di Fred Wilson che esordisce con: “Credo che il marketing sia la cosa che fai quando il prodotto/servizio fa schifo, o quando riesci a guadagnare così tanto su ogni cliente marginale che sarebbe folle non investire un po’ per acquisirlo.”
Wilson aggiunge inoltre: “Nella fase iniziale, una startup deve acquisire clienti gratuitamente. In seguito, puoi spendere per l’acquisizione di nuovi clienti” e chiude l’articolo con: “Crea un grande prodotto: il marketing è per le aziende che hanno prodotti schifosi. Se crei qualcosa di straordinario (come Flipboard, Instagram o Instapaper) le gente lo usa, proprio perché è straordinario. E tu non devi fare marketing, perlomeno all’inizio.”
Da un certo punto di vista, il pensiero sembrerebbe sposarsi con uno dei mantra preferiti di Seth Godin, contenuto in un uno dei suoi tanti libri: quello secondo cui un prodotto, per emergere e sfondare, deve essere talmente straordinario da innescare un passaparola automatico e virale, senza aver bisogno di inutili campagne pubblicitarie (buone solo per prodotti mediocri). Si tratta dell’ormai famosa Mucca Viola, in grado di farsi notare proprio perché tutte le altre sono marroni.
Ed è inutile investire tempo e denaro su una mucca marrone, perché non serve a nulla cercare di spingere un prodotto insipido e banale. E – colpo di scena – Godin stesso è intervenuto a commentare il post di Wilson, dispensando questa perla: “Marketing è diverso da Advertising. Se riscrivessi il post sostituendo Marketing con Advertising, non ci sarebbe nulla da ridire. Marketing è il nome che utilizziamo per descrivere le promesse che una azienda fa, la storia che racconta, il modo autentico in cui mantiene ciò che promette. Il tuo blog è un esempio. Tu sei un esempio. Il blog è un mezzo per comunicare la tua storia e quella della tua azienda. E lo vivi ogni giorno. Questo è marketing.”