brand

Avrai notato che ultimamente, sul TagliaBlog, si parla spessissimo di branding. Magari pensi che ciò non abbia nulla a che fare con il posizionamento sui motori di ricerca, il social media marketing o tutte le altre discipline che vanno oggi tanto di moda per portare traffico/prospect/clienti ad una azienda. Invece io credo che il “fare brand” stia sopra a tutto questo. Penso che debba essere il punto d’arrivo, l’obiettivo, il focus di una strategia online. E non solo online.

Abbiamo attraversato – e stiamo ancora attraversando – un periodo di “correnti”, se non addirittura di “guerre d’opinione”. Una che ricordo piuttosto bene è stata quella della SEO vs. PPC: da una parte i SEO specialist nudi e puri, quelli dei risultati organici a tutti i costi, e dall’altra i maghi di AdWords, quelli che invece lavorano solo dentro la spalla destra dei motori di ricerca. Abbiamo visto la nascita di esperti esclusivamente in landing page e squeeze page.

Abbiamo assistito all’esplosione di Facebook, di Twitter e quindi del SMM, con tutte le sue “storture” (buzz e infiltration). E la relativa nascita di specialisti in questi settori. Ma ho visto pochi casi di agenzie che hanno saputo “armonizzare” tutte queste competenze, infilandole sotto il cappello del branding. Ieri l’obiettivo era quello di portare traffico ad un unico sito istituzionale.

Oggi ci sono enne piattaforme sul web, e l’azienda deve “presidiarle” tutte. Ieri i siti statici dialogavano a senso unico, tramite una mail o un form: sembrava di comunicare via fax. Oggi il dialogo è costante, bidirezionale e multipiattaforma: un po’ come avere 100 telefoni che squillano incessantemente, e ai quali bisogna rispondere per forza. Ieri si puntava a ricevere traffico dai motori (col posizionamento) o via AdWords (col PPC). Oggi i nuovi utenti vanno pescati nei social, e non si chiamano più utenti, ma fan.

Ecco che in questa “polverizzazione” il sito non è più al centro. Non è più il Sole attorno al quale ruotano tanti pianeti, ma solo una delle tante componenti di una strategia, un pezzo – forse il più piccolo – del puzzle, che deve comporre la parola BRAND.

Max Valle

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