The AOL Way รจ un documento sul quale tutti coloro che fanno editoria online dovrebbero soffermarsi a lungo. All’interno delle 58 pagine puoi trovare la visione che un colosso da 6.700 dipendenti e oltre 3 miliardi di dollari di fatturato ha sul futuro dei contenuti, e l’enorme differenza fra la produzione artigianale e la visione industriale di questo mercato.
Fra le slide possiamo cogliere queste “linee guida”:
Gli editori di AOL devono decidere quali argomenti trattare in base a 4 considerazioni: traffico potenziale, revenue/profitto, tempo di produzione, integritร editoriale.
La produzione dei contenuti deve essere fatta in base ad una “valutazione di redditivitร ”: per ogni contenuto รจ indicato il costo, il CPM e di conseguenza il numero di pageview che permettono di arrivare al break-even.
I contenuti prodotti vanno “socializzati” (via Twitter e Facebook) e distribuiti (via newsletter o tramite partner); bisogna porre attenzione all’engagement, allacciando con gli utenti una discussione; bisogna sfruttare il cross-linking e la condivisione ottenibile dalle altre property del network di AOL; ai contenuti piรน meritevoli va data visibilitร sulla homepage; se ci si accorge che un topic “tira”, vanno postati ulteriori update sul tema, monitorando attentamente la SEO e agendo di conseguenza. In tutto รจ riassumibile in questa immagine:
Fra gli obiettivi principali di AOL c’รจ la crescita costante del numero di contenuti prodotti, l’integrazione massiccia di video negli articoli, la diminuzione del costo di produzione dei contenuti, l’aumento delle pageview per ogni singolo articolo, e l’adozione di tecniche SEO su tutta la mole dei pezzi prodotti. Ancora una volta, รจ difficile giudicare se queste indicazioni tirano verso la content farm, e se a Google potrร andar bene questo nuovo modo di operare di AOL.
Di certo alcuni giornalisti non hanno digerito bene il metodo, lasciandosi andare a frasi come “AOL is the most f—–up, bull—t company on earth” o anche “the worst career move I’ve ever made”: coniugare la quantitร con la qualitร non sembra essere un passaggio facile, indipendentemente dal giudizio finale dei lettori (e dei motori).