Con quale obiettivo si acquistano annunci pubblicitari su Facebook?
Questa è la domanda di un sondaggio condotto da Ad Age e Citigroup, e questi sono i risultati:
Il 45,9% dei rispondenti ha messo al primo posto il miglioramento della brand awareness e del sentiment. A grande distanza (17,6%) seguono coloro che acquistano pubblicità per portare traffico verso il proprio sito, e solo al terzo posto, con il 12,1%, chi vuole aumentare i fan o i “Mi piace”.
“Nel corso del 2011, i brand hanno speso un sacco di tempo ed energie per costruire la propria base di fan, e l’acquisto di fan era uno degli obiettivi principali di molti” ha affermato Debra Aho Williamson, analista di eMarketer. “Penso che ora stiamo assistendo ad una evoluzione; ora abbiamo i fan, e dobbiamo capire cosa farci.” La Williamson sottolinea che branding e awareness sono da sempre fra gli obiettivi principali dei marketer sui social media, mentre lead generation e vendite tendono ad essere una priorità importante per i brand che fanno B2B.
Su Facebook, si può osservare l’acquisto di pubblicità da parte di inserzionisti che puntano a far scaricare giochi e a raggiungere utenti affini ai prodotti che promuovono, con l’obiettivo di portarli a visitare il sito web. La criticità del social commerce abbatte invece, con buona probabilità, l’interesse dei rispondenti, che l’hanno indicato come ultimo dei loro obiettivi (2%): vedremo se l’arrivo del tasto Want riuscirà a cambiare le cose. Ma torniamo al successo del branding emerso dal sondaggio.
Qual è il motivo? Potrebbe essere dovuto agli innumerevoli tentativi di Facebook di sdoganare il social network come “branding platform“ – un po’ come la TV – e contestualmente di de-enfatizzare parametri come il CTR sui banner. E potrebbe anche essere la risposta ad una accresciuta fiducia, ad un atteggiamento positivo che i marketer provano verso Facebook, nel quale investono soldi senza più aspettarsi risultati ultra-misurabili. “Ci devi essere perché fa bene al tuo brand” è un vecchio cavallo di battaglia della TV e ora, forse, anche di Facebook.