Facebook è entrato ufficialmente nell’arena dei location-based social network, come da tempo pronosticato. E’ infatti di ieri l’annuncio della nascita di Facebook Places (in italiano, “Facebook Luoghi”), nome (guardacaso) identico ad un servizio di Google (Places, per l’appunto) che, per inciso, non è proprio omologo a quello del Libro delle Facce: semmai quello davvero identico è Google Latitude… che invece nacque a sua volta dalle ceneri di Dodgeball (quest’ultimo sviluppato da Dennis Crowley di Foursquare, e poi comprato da Big G 🙂 ).
Perché Facebook non ha comprato Foursquare (o Gowalla)? Questa è una delle domande più ricorrenti: “Facebook non faceva prima a comprare (e quindi integrare) un altro servizio già ben avviato, piuttosto che lanciare il suo “geolocalizzatore””? La risposta c’è: Facebook ha provato a comprare Foursquare per 120 milioni di dollari, da Foursquare han rilanciato per 150, e l’affare non è andato in porto. E pare che Facebook si sia poi “consolato” con Hot Potato, uno dei tanti check-in service sulla piazza, costato “solo” 10-15 milioni… In compenso, il logo di Facebook Places sembra contenere alcuni elementi copiati dai suoi rivali, come la “goccia rovesciata” (utilizzata da sempre da Google) e il numero 4 (presente sia nel logo che nel nome di Foursquare):
OK, ma come funziona Facebook Places? Il servizio, già integrato nella nuova versione dell’app per iPhone e su touch.facebook.com (ma non ancora attivo e funzionante in Italia), ha 2 “motti”: • Condividi la tua posizione: ogni check-in che fai comparirà nella Pagina di quel luogo, nella sezione Notizie dei tuoi amici e sulla tua bacheca. Se “tagghi” gli amici che si trovano con te, verranno inclusi nel tuo aggiornamento. Cliccando su “Qui in questo momento” ti verranno mostrati gli amici e le altre persone che hanno fatto il check-in, e che si trovano nelle vicinanze. • Connettiti con gli amici nelle vicinanze: puoi vedere gli aggiornamenti di stato degli amici registrati nelle vicinanze. Dopo il check-in, se tocchi “Qui in questo momento” potrai vedere le altre persone presenti nello stesso posto. L’accento non viene dunque messo sull’aspetto competitivo/giocoso (presente in ampie dosi dentro Foursquare e Gowalla); semmai grande enfasi è data al bottone “Tag Friends With You” (appena sopra quello “Check In”), che evidenzia come Facebook Places sia più orientato al networking, alla condivisione di informazioni con i propri contatti e con gli altri utenti del servizio.
Perché Facebook ha lanciato Places? La risposta (anzi, le risposte) sono ovvie. Iniziamo col dire che il mercato dei location-based social network pare genererà revenue per svariati miliardi di dollari da qui a pochissimo. Motivo? gli smartphone costano sempre meno e sono sempre più diffusi (+64% di crescita annuale). E in tutti questi device il GPS viene già ora utilizzato in modo massiccio. Dal lato suo, Facebook a febbraio dichiarava che già “più di 100 milioni di utenti utilizzano attivamente il servizio tramite dispositivi mobile nell’arco di un mese”. (P.S.: una “fonte riservata” mi dice che ora sono 130 milioni 😉 ). E per gli inserzionisti pubblicitari, è già pronto Facebook Places for Advertisers…
Facebook Places spazzerà via gli altri location-based social network?
Bella domanda, davvero. Dal mio punto di vista, solo col tempo noteremo come Places evolverà (o “involverà”): c’è da dire che le API, in arrivo a momenti, permetteranno ai partner di integrare Places nelle loro applicazioni, e potranno dare una bella botta alla diffusione del servizio, anche al di fuori di Facebook. Va inoltre precisato che durante l’evento di ieri sono stati annunciati vari accordi con i “concorrenti”, fra questi Gowalla, Yelp e Booyah/MyTown; più defilata appare invece la posizione di Foursquare: Dennis Crowley ha infatti dichiarato che si prenderà 1-2 settimane di tempo prima di decidere le modalità di integrazione con Facebook Places. Inoltre, è necessario precisare che nel campo dei “geosocial” ci sono differenze sostanziali: Foursquare non è Gowalla, Brightkite non è Loopt. Anche se tutti questi servizi vengono spesso messi sotto lo stesso cappello, hanno peculiarità tali da permettere (ad alcuni di) loro di sopravvivere, nonostante Facebook Places.
Concludendo: “Chi, cosa, quando…e ora Dove” è il motto di Places, che con la geolocalizzazione chiude il cerchio (anzi, il quadrato 😉 ) dei dati che Facebook è in grado di raccogliere dalla sua enorme mole di utenti: che sia arrivato il momento di mettere mano seriamente alle impostazioni della privacy?