Forse ci siamo: dopo anni passati a misurare il web solo in base al numero di utenti unici e pagine visualizzate, IAB (Interactive Advertising Bureau), ANA (Association of National Advertisers) e 4A’s (American Association of Advertising Agencies) lanciano congiuntamente una iniziativa dal titolo “Making Measurement Make Sense”, che si pone 3 primari obiettivi:
1) Definire metriche standard e sistemi di misura trasparenti e coerenti, per semplificare la pianificazione, l’acquisto e l’analisi dei media digitali:
- analizzando la situazione delle attuali metriche da una prospettiva di business
- definendo una “valuta” comune per misurare le esposizioni online
- sviluppando standard per la misurazione dell’impatto dei brand online
- creando una metodologia efficace per la misurazione crossmediale
2) Guidare il consenso del settore circa le nuove soluzioni:
- ottenendo contributi dalle parti interessate
- coinvolgendo i leader del settore nel processo di misurazione
3) Stabilire un processo di governance che comprende:
- la creazione di una struttura che agisce in modo proattivo sulle metriche
- lo stabilire un processo di governance e di definizione delle norme
- lo sviluppare un piano di attuazione per l’introduzione delle nuove metriche, degli standard e della struttura di gestione Sherrill Mane di IAB afferma che “con l’aumento dei consumatori sui media digitali, è aumentata di conseguenza la diffusione di campagne interattive. “Making Measurement Make Sense” è una iniziativa che consente di capire meglio come seguire e come raggiungere i consumatori, e come misurare meglio le azioni all’interno dei nuovi media”.
Bob Liodice di ANA è convinto che “è davvero giunto il tempo di sviluppare una “valuta” ampiamente accettata e adottata. I media online hanno una grande varietà di metriche, ma nessuna che serva come “valuta” all’interno dell’ecosistema”. Per Nancy Hill di 4A’s le attuali metriche sono troppe e confuse: “la confusione in questo campo ha fatto crescere i costi per le agenzie pubblicitarie, che sono costrette ad investire e dotarsi di nuovo personale a causa del numero crescente delle metriche, al fine di pianificare, acquistare e analizzare i “media buy”. Questa iniziativa snellisce e semplifica i processi”.
Unici e pageview sono dunque sulla via del tramonto? Verrà rispolverato il Dwell Rate? E quali saranno queste nuove metriche? Indipendentemente da tutto, spero che si vada nella direzione di premiare la qualità (piuttosto che la quantità).
E’ impensabile che oggi si reggano in piedi solo siti che macinano milioni di pagine al mese, magari utilizzando trucchetti più o meno leciti, mentre molte nicchie con contenuti preziosi continuano a fare la fame. Se nella botte piccola sta il vino buono, questo vino avrà pure un valore economico… oppure no?